Perché affidarsi ad un analista statistico?

Sei arrivato al momento dell’elaborazione della parte statistica del tuo studio di ricerca. Da dove cominciare? Proviamo a scoprire i possibili pericoli.

Attenzione al fai da te!

Il primo istinto è quello di cimentarsi autonomamente nel lavoro statistico. Sicuramente la voglia di apprendere e di fare un ottimo lavoro sono due motivazioni importanti. Operazione fattibile, ma pericolosa. Se infatti, il tuo curriculum non ha previsto una specifica formazione statistica, ed aggiungo anche ben approfondita sulla parte operativa, gli inconvenienti possono essere tanti. Vediamo insieme un piccolo assaggio!

Questionario: partire con il piede giusto.

Infatti, se il lavoro consiste nel preparare un questionario, dovrai impegnarti ad individuare le domande da porre agli intervistati. Le domande, affinché la statistica sia efficace e dimostri le tue domande di ricerca, devono essere ben strutturare, non equivoche (e non intendo solo che alludano ad argomenti più o meno per adulti!) e universalmente comprensibili.

Dopo, dovrai scegliere il tuo campione di intervistati: se stai sviluppando una ricerca nel settore abbigliamento di lusso, non andrai certo a scegliere gli intervistati nel primo store sotto casa a basso prezzo!

I pazienti sono il mio campione.

Se invece, stai svolgendo un’analisi nel campo medico, molto probabilmente avrai dei dataset composti da pazienti. Anche qui, stiamo attenti alle domande se si sottopone loro un piccolo questionario (ad esempio la qualità percepita del servizio sanitario). Se non c’è questionario, attenzione alla scelta dei pazienti: selezionare in modo conveniente il campione è sempre fonte di guai statistici! La statistica studia tutto ciò che non viene alterato dall’uomo, altrimenti si vede!

E poi? Da dove iniziare l’analisi?

Ogni buona analisi statistica ha una parte descrittiva ed una inferenziale: la prima descrive di chi stiamo parlando, la seconda ci consente di poter dimostrare le nostre ipotesi di ricerca e le loro validità in termini numerici. Dire ad esempio, che un gruppo di soggetti ha un’età maggiore di un altro è sicuramente una buona osservazione. Ma nel caso in cui vuoi dimostrare che la differenza tra i due gruppi di pazienti è statisticamente significativa, beh, ci serve almeno un buon test di comparazione! Quindi serve avere un p-value e valutare il campione!

Perché affidarsi ad un professionista?

Nella parte precedente di questo articolo, ho riportato solo i più basilari elementi a cui pensare appena viene citata la locuzione “analisi statistica”. È importante comprendere sin da subito, che il lavoro di ricerca – come ogni sapere scientifico – è relativo ad uno specifico punto di vista, limitato dalla capacità tecnica o dallo strumento utilizzato. Pertanto ogni tecnica o strumento si pone come una scelta a priori in grado di comprendere quella specifica parte di mondo che si vuole andare ad indagare.

Questo comporta che è necessario saper utilizzare correttamente le varie tecniche o strumenti statistici. Infatti, ognuno di essi ha  delle specifiche peculiarità: propri punti di forza e di debolezza, limiti e potenzialità, che conosciuti nella loro interezza consentono di spiegare il fenomeno oggetto di indagine in modo completo, esaustivo, approfondito, coerente e non dispendioso.

Le caratteristiche dunque di ogni tecnica o strumento devono quindi essere utilizzate in relazione all’oggetto che si intende studiare e allo scopo/ipotesi che si vuole dimostrare.

Il lavoro di un professionista è quello di porre in modo corretto la relazione tra il mondo analizzato e le ipotesi formulate, al fine di ottenere delle risposte coerenti e che siano la conseguenza del giusto modo di procedere tra osservazione di un fenomeno e ipotesi del ricercatore.

È, quindi, fondamentale affidarsi ad un esperto, il quale, conoscendo in modo approfondito la struttura e la logica interna ad ogni strumento statistico, sia in grado di conoscere e, dunque applicare in modo corretto uno specifico strumento statistico.

Cosa significa affidarsi a qualcuno?

Prima di tutto voglio sfatare una leggenda: l’analista statistico non fa il lavoro al tuo posto, ossia non scrive dalla Literature Review fino alle conclusioni! Ogni statistico parte sempre dalle ipotesi di ricerca e dal lavoro specifico e poi si concentra nell’identificare la metodologia. Se non hai formulato le ipotesi, ti può aiutare a formularle e a metterle in modo corretto. L’analisi statistica dà risposte tecniche alle domande di ricerca.

Affidarsi a qualcuno che sappia svolgere la parte statistica significa mettersi nelle condizioni di avere risultati attendibili su cui fare delle osservazioni nello specifico ambito di indagine. Lo studio statistico segue alla perfezione la metodologia scientifica più rigorosa, tutto deve essere provato! Tocca poi al ricercatore, insieme allo statistico, dare senso ai risultati.

In conclusione: affidarsi ad uno statistico non significa trovare una specie di “calcolatore umano”, ma significa lavorare con un professionista che partendo dagli obiettivi e dai dati darà la strada numerica per comprendere ciò che i dati nascondono!

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