Questionario CiTAS: come elaborare una buona analisi statistica.

Devi condurre un’analisi sulle alterazioni del gusto nei pazienti in regime chemio-terapico e ti è stato consigliato di utilizzare un questionario CiTAS. Sei quindi alla ricerca di consigli e suggerimenti per ottenere dei numeri che abbiano senso e che possano dare al tuo studio un valore aggiunto.

Sia che si tratti del tuo primo lavoro di ricerca (magari proprio quello della laurea) ovvero che sei già esperto di studi statistici, il questionario CiTAS è un ottimo banco di prova per strutturare un’analisi statistica ben fatta.

Nella breve guida che stai per leggere troverai le indicazioni utili per procedere all’elaborazione. Buona lettura!

Indice.

Cos’è il questionario CiTAS.

Il questionario CiTAS è stato introdotto nel 2013 in uno studio giapponese condotto da Kano T. e Kanda K. (Development and Validation of a Chemioterapy-Induced Taste Alteration Scale). CiTAS è l’acronimo di Chemioterapy-induced Taste Alteration Scale, vale a dire “Scala di Valutazione dell’alterazione del gusto indotta da chemioterapia”. Scopo di questo strumento è quello di misurare le alterazioni soggettive del gusto derivanti da trattamenti chemioterapici. In particolare, si tratta di misurare la disgeusia, l’ipogeusia o l’ipergeusia, l’ageusia, la fantageusia, la parageusia e la cacogeusia e tutti quei sintomi spiacevoli collegati all’assunzione del cibo.

Definizioni mediche: un piccolo glossario.

Prima di addentrarci nella struttura del questionario, introduco brevemente le definizioni dei termini appena citati:

    • disgeusia: distorta percezione gustativa;
    • ipogeusia o ipergeusia: diminuzione o aumento della sensibilità del gusto;
    • ageusia: incapacità di percezione del gusto;
    • fantageusia: distorta percezione gustativa in assenza di stimolo esterno;
    • parageusia: distorta percezione gustativa durante l’assunzione di cibo e/o bevande;
  • cacogeusia: percezione di un gusto come pessimo.

Struttura del questionario.

Il questionario CiTAS è uno strumento auto-somministrato composto da 18 items articolati in tre dimensioni:

  1. cambiamenti quantitativi nella percezione dei sapori;
  2. cambiamenti qualitativi nella percezione dei sapori;
  3. problemi legati all’alimentazione.

In particolare, nella prima dimensione – cambiamenti quantitativi nella percezione dei sapori – sono riportati 6 items il cui scopo è comprendere le difficoltà del paziente nel percepire i vari tipi di sapori (dal dolce all’amaro).

Nella seconda dimensione – cambiamenti qualitativi nella percezione dei sapori – altri 6 items indagano il cambiamento sgradevole del gusto. L’obiettivo di questo secondo blocco di items è quello di capire come il cibo venga percepito dal paziente in termini qualitativi.

Infine, la terza dimensione – problemi legati all’alimentazione – misura quali sintomi legati all’alimentazione sono connessi all’uso di farmaci chemioterapici.

Ogni item è misurato mediante una scala Likert da 1 a 5, in cui il valore 1 corrisponde a “nessuna difficoltà o assenza di disturbo” ed il valore 5 corrisponde a “massima difficoltà o disturbo di massima intensità“.

Gli score.

Sommando i punteggi di ogni item secondo una determinata combinazione (procedura riportata alla fine del modello CiTAS), è possibile calcolare 4 dimensioni dei disturbi gustativi:

  • riduzione dei sapori;
  • discomfort;
  • fantageusia e parageusia;
  • alterazioni generali del gusto.

I punteggi così calcolati – score – sono utilissimi per misurare le alterazioni del gusto e dunque per darci un’idea di come i regimi chemioterapici influiscano sulla qualità di vita dei pazienti.

Occorre ricordare che da letteratura medica (riferimenti Bernhardson B.M., Tishlerman C. e Rutqvist L.E. – Self-reported taste and smess changes during cancer chemioterapy (2008) – e Steinbach S., Hummel T., Bohner C., Berktold S., Hundts W., Kriner M. et al. – Qualitative and quantitative assessment of taste and smell changes in patients undergoing chemioterapy for breast cancer and gynecologic malignancies (2009)) – le alterazioni del gusto da chemioterapia possono presentarsi durante la somministrazione e fino a tre giorni dopo. La loro durata varia da poche ore a diversi giorni, settimane o mesi.

Analisi statistica: cosa elaborare?

Possiamo ora concentrarci sulle tipologie di analisi possibili con questo strumento. Osservando attentamente il questionario, puoi notare che esso manca di alcune informazioni circa il campione statistico, vale a dire il sesso, l’età, il tipo di malattia tumorale, la sede, la terapia (adiuvante o neoadiuvante) ed il regime chemioterapico. Sono queste tutte informazioni necessarie per comprendere l’impatto. Quindi ti consiglio di estrapolarle (tutte o in parte).

Attenzione al dataset.

Provvediamo quindi alla raccolta dei dati ed a loro caricamento sul dataset. E’ molto importante che il questionario CiTAS sia interamente compilato dai pazienti – senza cioè risposte mancanti – e che, nella fase di caricamento dei dati in Excel, si osservi una particolare attenzione ai numeri riportati. Sebbene il questionario sia molto semplice, la fase di caricamento infatti deve essere particolarmente curata in modo che non vi siano errori di riporto del dato. Ciò perchè, in una scala Likert molto sensibile, scrivere ad esempio un 4 al posto di un 5, comporta una variazione importante in termini di risultati.

Primo step: conosci il tuo campione.

Dopo aver caricato i questionari ed i dati relativi ai pazienti sul tuo dataset, il primo passo dell’analisi statistica è quello di conoscere il campione. Per fare ciò ti serve sapere quanti sono i soggetti intervistati, la loro distribuzione rispetto a sesso, età,  tipologia di tumore ed altri dati, se presenti. Una buona analisi descrittiva è la base fondamentale di ogni studio medico.

Secondo step: analisi fattoriale.

Una delle analisi più richieste sul CiTAS è l’analisi fattoriale. Si tratta di un’analisi statistica che ti consente di individuare i fattori latenti, cioè quegli elementi che – benché non immediatamente visibili – sono tuttavia predominanti nello studio di ricerca.

Terzo step: analisi degli score.

Anche gli score hanno un loro valore, che deve essere misurato in termini di medie e deviazioni standard. Il loro apporto all’analisi è tanto più rilevante se osservato con attenzione alle differenze. Ad esempio, gli uomini rispetto alle donne riportano valori diversi? In caso positivo, tale differenza è statisticamente significativa? Attenzione a questo punto ai test da utilizzare: valuta se è corretto l’uso di test parametrici (test t o ANOVA) o non parametrici (U Mann-Whitney o Wilcoxon).

Quarto step: l’alfa di Cronbach.

La consistenza interna del nostro questionario deve essere misurata. L’alfa di Cronbach è lo strumento maggiormente utilizzato. Si tratta di un numero da calcolare solo sugli items del questionario ed il suo valore da letteratura statistica è ritenuto “buono” quando supera il punteggio di 0.80.

Conclusione.

Il questionario CiTAS è un ottimo strumento di indagine e, se ben analizzato, può consentire lo sviluppo di studi di ricerca di qualità. Esso deve essere ben somministrato e se tale somministrazione è ripetuta agli stessi soggetti più di una volta, ha bisogno di un’analisi statistica ancora più corretta ed accurata, affinchè i risultati non siano distorti. Ti ringrazio per aver letto questo articolo e ti auguro buon lavoro!

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