Come impostare una buona tesi sperimentale – Mini-guida pratica

Come scrivere una buona tesi sperimentale è una delle problematiche più rilevanti per molti studenti universitari (per le tesi di specializzazione o di dottorato, leggi il relativo post). Decidere di condurre una tesi sperimentale è spesso frutto del desiderio di ottenere un punteggio di laurea più alto, che consenta di raggiungere il massimo dei voti e di far apprezzare la preparazione attraverso la presentazione di un lavoro innovativo e che si distingua da altri.

Dopo aver fatto il primo passo, ossia scegliere tra tesi cosiddetta compilativa e tesi sperimentale, una sorta di confusione (“Da dove comincio?“), a volte accompagnata da panico (“Come farò? Andrò tutto storto!“), è assolutamente normale. Quando ci si trova di fronte al primo lavoro di ricerca, la sensazione di non sapere come condurre il lavoro, da dove cominciare e di quali mezzi servirsi è comune. Molti pensano che l’analisi statistica sia la parte più problematica e si concentrano unicamente nella ricerca di uno statistico. La statistica sicuramente riviste un ruolo fondamentale per una tesi sperimentale in quanto serve a quantificare il fenomeno oggetto di osservazione, ma non è ciò da cui partire. Prima della statistica e della sua programmazione, vi è un passo ancora più rilevante: progettare lo studio.

Tesi sperimentale: da dove si parte?

Il primo passo è quello di decidere un ambito di ricerca abbastanza ampio da consentirti di scegliere tra diverse opzioni. Ricorda che la ricerca, intesa proprio come ricerca scientifica, parte dall’osservazione di un fenomeno della vita reale. Questo significa che all’interno dell’ambito che hai scelto, puoi osservare per esperienza (come accade spesso nel campo medico) o per studio (come accade spesso nel campo economico) un determinato fenomeno, sul quale puoi approfondire le tue ricerche.

Si tratta di una fase molto importante, in cui l’esperienza di chi conosce bene l’argomento (ad esempio il relatore), possono fare la differenza tra uno studio che “dice qualcosa” ed uno studio che “non dimostra nulla“. La tesi sperimentale, proprio a causa del suo apporto innovativo, deve dimostrare qualcosa di nuovo o deve aumentare o migliorare qualcosa di esistente e già noto. E’ chiaro che non è sempre possibile trovare una grande scoperta scientifica al primo lavoro di ricerca, spesso mancano esperienza e conoscenza vasta dell’argomento, ma sicuramente aggiungere un pezzettino, seppur piccolo, alla letteratura esistente sul tema, è un gran bel obiettivo.

Consigli per orientarsi nel primo approccio ad una tesi sperimentale

Dopo aver scelto l’argomento ed una “traccia” di ricerca da seguire, prendi carta e penna e comincia a buttar giù un pò di idee per la tua tesi sperimentale. Non iniziare a scrivere la tesi vera e propria finché non hai stabilito quale strada seguire: potresti incorrere nel gravissimo errore di scrivere qualcosa che a metà strada potrebbe rivelarsi non congruo con l’obiettivo o adirittura superfluo. Scelta la strada, il primo passo è condividerla con il relatore: questi saprà darti conferma della bontà del tuo percorso ed aiutarti a migliorarlo. Il parere dei relatori è importantissimo per impostare in modo corretto la tesi sperimentale.

Appena ottenuto l’OK, raccogli il materiale, leggi tutto quello che puoi sull’argomento e fissa i capisaldi della parte compilativa, ossia di presentazione della letteratura. Questi servono infatti come punti di partenza, da cui prenderà origine il tuo framework di riferimento, ossia il tuo schema di ricerca.

Il framework di riferimento per la tesi sperimentale

A questo punto sei pronto per impostare il tuo framework di riferimento. In altri termini, riportandoti a quelli che sono i punti saldi della letteratura (il famoso background), andrai ad impostare uno schema che faccia vedere da dove parti e quali sono gli obiettivi della tua tesi sperimentale. Questa è un’altra di quelle fasi importantissime: devi dirigere la tua ricerca senza invalidare le teorie fondamentali già dimostrate da altri!

Ipotesi di ricerca

Il framework a sua volta, è un’ottima base per scrivere nel dettaglio le ipotesi di ricerca, ossia cosa vuoi materialmente dimostrare nella tua tesi sperimentale. Si tratta insomma di un metodo per definire dove vuoi andare e come vuoi arrivarci. È questa la fase in cui hai più bisogno del relatore: questi può dare al tuo lavoro una svolta importante, trasformando una semplice ipotesi in un valido lavoro scientifico. Puoi avere delle informazioni che ti consentano di ampliare la tua ricerca e dunque le ipotesi (differenza tra ipotesi di ricerca e statistiche), in quanto essendo il relatore un esperto, egli/ella potrà suggerirti e consigliarti la dimostrazione di ipotesi che magari immaginavi non dimostrabili o può migliorare la strada per la verifica delle ipotesi da te formulate. Infatti, unendo esperienza e competenza, il tuo framework può avere un enorme risalto.

Diamo “fondo” ai dati.

A questo punto stabilisci di quali dati necessiti, dove puoi reperirli ed in quanto tempo. E’ in questa fase che si elabora il questionario (se è previsto dal tuo studio) e si crea il dataset per i dati di ricerca. Le conoscenze statistiche giocano un ruolo fondamentale: esse ti aiuteranno a capire di quali dati hai bisogno o potresti avere bisogno per l’analisi, e di capire se vi sono delle relazioni o dei controlli che, sebbene non siano il cuore della ricerca, devono però far parte di essa per sviluppare un lavoro affidabile. Se devi preparare un questionario, ricorda che esso deve essere creato in modo tecnicamente corretto e deve essere validato anche a livello statistico.

Analisi statistica

Dopo aver raccolto i dati, è il momento dell’analisi statistica. Se la prima parte della tesi, quella relativa alla letteratura, è già pronta, l’analisi statistica sarà il momento in cui capirai quanto i tuoi dati danno ragione alle tue ipotesi. Ossia se esse sono verificate o meno. Ricorda che in statistica, anche quando un’ipotesi viene data come non verificata, si possono trarre delle conclusioni. Quindi, non leggere i dati statistici in modo chiuso e limitato. Ed inoltre, fatti guidare dai dati, non dirigerli. Infine, ultimo consiglio, dai un senso ai numeri. I numeri restano solo numeri se non sei in grado di dar loro un senso!

Conclusione.

Bene, dopo questa breve disamina dei punti essenziali, puoi essere pronto ad impostare la tua tesi di ricerca.


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